Nubi all’orizzonte per chi si occupa della manutenzione del verde su strade o autostrade. Dicono che oltre all’assenza di controlli sull’effettivo trasporto a rifiuto delle erbe sfalciate (per i quali i gestori delle strade pagano profumatamente anche gli oneri dovuti per il conferimento a discarica) in più di un cantiere vengano impiegati operai agricoli che beneficiano dell’indennità di disoccupazione agricola dell’INPS. Sarà vero?
Chi si occupa della materia degli appalti pubblici sa bene che uno dei settori più remunerativi (ma meno controllati) è quello dei servizi di manutenzione del verde sulle strade e autostrade del nostro Paese.
Sembra strano ma è proprio così. Anche perché è un settore molto concentrato, che vive fuori dalla ‘luce dei riflettori’ dei grandi appalti pubblici (nuove costruzioni, manutenzioni ordinarie e straordinarie, lavori di pavimentazione e di segnaletica, fornitura e posa in opera di guardrails, etc.) e che, solo apparentemente, non dovrebbe consentire di ottenere grandi profitti.
Questa tipologia di servizio, che ha soppiantato silenziosamente una specifica categoria di lavori (quella relativa all’OS24), sta, invece, di fatto prosperando, da oltre due decenni, grazie alla progressiva esternalizzazione delle attività di sfalcio erba lungo le pertinenze delle tratte stradali ed autostradali e ad una miriade di piccoli e grandi ‘orticelli’ curati e difesi con il coltello fra i denti…
L’ormai consolidato ricorso ai fornitori esterni è stato giustificato alimentando una falsa credenza popolare: l’estinzione dei ‘cantonieri’ (storicamente impegnati in questa attività) e la presunta maggior convenienza economica per le stazioni appaltanti. Motivazioni assolutamente risibili considerando che si è continuato ad assumere eserciti di personale (che non si sa bene cosa facciano) e che le poche imprese specializzate del settore, nate da dal nulla, hanno raggiunto dimensioni ed utili insperati per le stesse imprese di costruzioni tradizionali (che, al contrario, sono entrate in crisi o peggio fallite) grazie al rafforzamento delle barriere all’entrata costituite dall’auto-alimentazione dei requisiti di qualificazione, con conseguente creazione di un vero e proprio oligopolio.
Prova ne è un esempio, noto a molti, per il quale un identico appalto multimilionario, nella medesima regione, è stato consecutivamente reso dallo stesso operatore economico con due ribassi totalmente differenti (l’1% ed il 53%); una circostanza che la dice lunga sulla remuneratività dell’appalto di cui stiamo discutendo e sulla qualità del servizio e dei controlli resi nell’ambito dei due diversi contratti: delle due l’una infatti, o con l’1% si sono sprecati milioni di euro dell’Erario o con il 53% si sono chiusi gli occhi difronte alle carenze quali-quantitative prestazionali dell’appaltatore necessitate dall’insostenibile anti-economicità dell’offerta. Altre possibilità non ve ne sono.
Ma queste sono solo alcune delle caratteristiche del dorato mondo della manutenzione del verde stradale (‘dorato’ tanto per gli appaltatori quanto per i soggetti preposti al loro controllo…).
E sì, perché come molti fanno finta di non sapere (ed in primis Responsabili del procedimento, Direttori dei lavori, etc. etc.) agli operatori economici leader del settore viene consentita – anche nell’ambito degli appalti pubblici relativi alla manutenzione del verde stradale ed autostradale – una vantaggiosissima ulteriore opportunità di profitto: quella di applicare il CCNL dell’agricoltura ai propri dipendenti.
La questione del corretto CCNL da applicare nell’ambito dei contratti pubblici ha da sempre costituito oggetto di discussione stante la necessità di garantire un’uniformità di comportamento nell’applicazione del contratto collettivo di riferimento e di garantire effettivamente la tutela dei lavoratori interessati nonché la leale concorrenza degli operatori del mercato. Sempre con maggiore frequenza si verifica (soprattutto nel settore della manutenzione dei guardrails, dei giunti, del verde, etc.) il fenomeno di imprese che, nella partecipazione a bandi di gara aventi ad oggetto lavorazioni edili o prevalentemente edili, applicano contratti differenti da quello, appunto, dell’edilizia (quello dei metalmeccanici nel settore delle barriere stradali, i cd. guardrails, e quello dell’agricoltura, per l’appunto, nella manutenzione del verde), provocando una forte alterazione del mercato e della leale concorrenza tra le imprese.
Non è questa l’occasione per scendere nei particolari ed affrontare nel dettaglio gli aspetti giuridici della questione ma vi è, di certo, che l’ANAC ha, da anni, chiarito la «sussistenza dell’obbligo di iscrizione alla Cassa Edile indipendentemente dal comparto di riferimento, non venendo in rilievo il CCNL in concreto applicato dall’impresa ma quello che la stessa dovrebbe applicare in ragione della natura delle prestazioni oggetto del contratto posto a base di gara»; e non si comprende, comunque, il perché debba ammettersi, per l’ambito stradale ed autostradale, l’applicazione di un CCNL diverso da quello dell’edilizia e non ricondurre i servizi di manutenzione del verde stradale nell’alveo delle lavorazioni di natura edile come, invece, quelle ‘gemelle’ afferenti alla categoria SOA OS24…
Ma non è neppure questo il vero problema, a quanto ci segnalano alcuni nostri assidui lettori.
Sembra infatti che alcuni furbetti, grazie alla disattenzione o alla compiacenza dei relativi direttore dei lavori, impieghino nei cantieri stradali, perfino, operai beneficiari dell’indennità di disoccupazione agricola INPS, spettante ai lavoratori in funzione del numero delle giornate lavorate, dell’iscrizione in particolari elenchi e dell’entità dei contribuiti versati in un dato periodo. Insomma una vera e propria truffa ai danni dello Stato e dei concorrenti ma vantaggiosa sotto un duplice profilo. Questo meccanismo consentirebbe, infatti, non solo di conseguire indebitamente il diritto a prestazioni previdenziali e assistenziali altrimenti non dovute, erogate dall’INPS (facendo altresì ottenere agli stessi falsi braccianti agricoli la costruzione artificiosa di una posizione assicurativa, finalizzata a garantire una futura pensione non spettante) ma anche un’alterazione del fisiologico confronto competitivo.
Ed il fatto che, grazie a questo escamotage, qualcuno potrebbe ridurre il costo del personale – così rilevante in un’attività labour intensive come quello della manutenzione del verde stradale – spiegherebbe, laddove effettivamente messo in campo, anche il perché di ribassi superiori al 20% e, quindi, oggettivamente insostenibili.
Se poi, a tutto questo, si aggiungono gli abusivi ‘vantaggi’ derivanti dal mancato rispetto degli obblighi prestazionali previsti dai capitolati speciali di appalto – quali l’uso di diserbanti chimici, il minor numero e ricorrenza dei tagli, l’omesso conferimento a discarica o il mancato effettivo reimpiego dei residui vegetali prodotti nelle attività di manutenzioni del verde, etc. – è di solare evidenza il perché della tanta redditività del settore e della ‘competizione’ da parte dei funzionari pubblici ad accaparrarsi la relativa direzione dei lavori.
Non sappiamo se quanto ci hanno segnalato in merito alle indennità di disoccupazione corrisponda a verità né quale sia il perimetro di tale modus operandi e, per tale ragione, auspichiamo che gli organi di polizia giudiziaria, gli Ispettorati dell’INPS e l’ANAC svolgano i dovuti accertamenti su tutto il territorio; o quantomeno avendo riguardo agli appalti di maggiore entità banditi, negli ultimi anni, dai più importanti gestori di strade ed autostrade.
Come spesso ricordiamo, AppaltiLeaks NON è un canale per denunciare la commissione di un reato. Chi vuole riferire attività illecite o fraudolente all’interno di un’organizzazione pubblica o privata deve rivolgersi all’Autorità giudiziaria. E poi starà a chi dovrebbe indagare o controllare, sforzarsi di voler vedere reati grandi come elefanti, talmente grandi da nascondere (forse) anche ipotesi corruttive.
A noi interessa solo illustrare il lato oscuro degli appalti. Niente di più.
AppaltiLeaks® – Riproduzione riservata – 9 luglio 2019