L’inutile portale ANAC dei bandi e dei contratti pubblici

 [highlights]La trasparenza rappresenta il vero presidio contro la corruzione, la luce è il più importante disinfettante che esiste. E’ impensabile che vi sia un controllore per ogni appalto, ogni finanziamento, ma la partecipazione dei cittadini rappresenta il vero argine alla corruzione, perché il controllo più autentico è quello esercitato dall’opinione pubblica. Abituiamoci a pensare che la lotta alla corruzione è la lotta dei cittadini che vogliono liberarsi di un cancro.
(Raffaele Cantone – Presidente Autorità Nazionale Anticorruzione)[/highlights]

Cliccate sul seguente indirizzo web e vi troverete in una pagina interna del sito dell’Autorità Nazionale Anticorruzione dove, in bella vista, si afferma, con un certo orgoglio, che siete capitati nel primo portale degli appalti pubblici in Italia, che ottempera a quanto disposto dall’ art. 8 comma 1 del Decreto Legge 7 maggio 2012, n. 52 (convertito in legge, con modificazioni, dall’art. 1, comma 1, L. 6 luglio 2012, n. 94).

Che fortuna!

Finalmente un “porto” sicuro ed affidabile dove poter trovare tutto, dopo tanto navigare su internet, le informazioni relative alle procedure di appalto che le stazioni appaltanti italiane (in barba alle norme sulla trasparenza) occultano o rendono di estremamente difficile individuazione occultandole nelle pieghe infinite dei propri siti istituzionali.

Finalmente una casa di vetro che possa rendere trasparente l’opaco mondo degli appalti italiani che, al di là dei proclami e degli slogan propagandistici, sembra essere rimasto quello di sempre, anzi peggiorato.

Continuando a navigare, l’entusiasmo si spegne ben presto.

I riferimenti legislativi sono un po’ datati (siamo fermi al 2012… e manca ogni riferimento al nuovo Codice dei contratti pubblici o al Decreto del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti del 2 dicembre 2016) ma non è questo il problema.

Proviamo a compiere delle ricerche a campione e la desolazione prende, definitivamente, il posto dell’entusiasmo iniziale: inserendo un codice CIG di una procedura di gara predeterminata, l’unico documento che, infatti, è possibile scaricare è l’estratto del bando di gara, neppure il bando integrale…

Niente disciplinare, niente capitolato, niente progetto esecutivo posto a base di gara, niente di niente…..

E non basta.

Le operazioni di gara della specifica gara segnalataci si sono concluse ormai da mesi e non vi è traccia né dei verbali della commissione né tantomeno dei provvedimenti successivamente adottati…

Ci siamo illusi, pensavamo che – in virtù del principio di trasparenza tanto declamata dall’ANAC – questo portale potesse ovviare al mancato adempimento, da parte delle stazione appaltanti, a quanto disposto dall’art. 29 del Codice dei contratti pubblici secondo cui “Tutti gli atti delle amministrazioni aggiudicatrici e degli enti aggiudicatori relativi alla programmazione di lavori, opere, servizi e forniture, nonché alle procedure per l’affidamento di appalti pubblici di servizi, forniture, lavori e opere, di concorsi pubblici di progettazione, di concorsi di idee e di concessioni, compresi quelli tra enti nell’ambito del settore pubblico di cui all’articolo 5, alla composizione della commissione giudicatrice e ai curricula dei suoi componenti, ove non considerati riservati ai sensi dell’articolo 53 ovvero secretati ai sensi dell’articolo 162, devono essere pubblicati e aggiornati sul profilo del committente, nella sezione “Amministrazione trasparente” con l’applicazione delle disposizioni di cui al decreto legislativo 14 marzo 2013, n. 33.”

E invece no, solo una serie di dati inutili che possono essere più efficacemente forniti (sia pur a pagamento) da uno dei tanti siti specializzati in materia di informazione sulle gare di appalto.

E non è ancora tutto.

Continuiamo la nostra ricerca e ci rendiamo conto che il portale dell’ANAC non è soltanto inutile ma anche per certi versi imbarazzante per la sua stessa missione istituzionale.

Come è noto, il decreto legge n. 90/2014 convertito in legge n. 114/2014, sopprimendo l’AVCP e trasferendo le competenze in materia di vigilanza dei contratti pubblici all’Autorità Nazionale Anticorruzione, ha ridisegnato, per l’appunto, la relativa missione istituzionale.

Questa può essere individuata nella prevenzione della corruzione nell’ambito delle amministrazioni pubbliche anche mediante l’attuazione della trasparenza in tutti gli aspetti gestionali, nonché mediante l’attività di vigilanza nell’ambito dei contratti pubblici, degli incarichi e comunque in ogni settore della pubblica amministrazione che potenzialmente possa sviluppare fenomeni corruttivi, evitando nel contempo di aggravare i procedimenti con ricadute negative sui cittadini e sulle imprese, orientando i comportamenti e le attività degli impiegati pubblici, con interventi in sede consultiva e di regolazione.

La chiave dell’attività della nuova ANAC, nella visione attualmente espressa, è quella di vigilare per prevenire la corruzione creando una rete di collaborazione nell’ambito delle amministrazioni pubbliche e al contempo aumentare l’efficienza nell’utilizzo delle risorse, riducendo i controlli formali, che comportano tra l’altro appesantimenti procedurali e di fatto aumentano i costi della pubblica amministrazione senza creare valore per i cittadini e per le imprese.

Questo, almeno, secondo quanto riportato nello stesso sito della ANAC.

E allora sorgono alcuni dubbi:

  • come si esplica concretamente questa vigilanza se nel portale ANAC vengono perfino riportati bandi relativi ad appalti – segnalatici da alcuni nostri lettori – da aggiudicarsi con il sistema dell’offerta economicamente più vantaggiosa, nei quali viene espressamente previsto, ad esempio, che Successivamente la Commissione apre in seduta pubblica i plichi “Busta B – OFFERTA TECNICA” al fine di procedere alla verifica della presenza dei documenti prodotti. Poiché la commissione dovrà accertare la coerenza complessiva del progetto e la plausibilità delle grandezze finanziarie, il giudizio sui prezzo assume natura discrezionale, pertanto, nella medesima seduta pubblica apre anche la busta “C” contenente l’OFFERTA ECONOMICA (assurdo, nemmeno negli anni ’80 si sarebbe arrivati fino a questo punto!)
  • come concretamente si può prevenire la corruzione, se l’ANAC non impedisce che una (importantissima) stazione appaltante “organizzi” le operazioni di gara in modo tale che la commissione giudicatrice conosca e valuti le offerte economiche proposte dai concorrenti prima ancora di valutare le offerte tecniche…?
  • in che modo si traduce la volontà di attuare la trasparenza in tutti gli aspetti gestionali che possano sviluppare fenomeni corruttivi quando i bandi pubblicati (anche sul portale della stessa ANAC) appaiono strumentalmente elaborati per trasformare l’offerta economicamente più vantaggiosa in una ghiotta occasione per favorire qualcuno…?

 

A questi ed altri quesiti postici dai lettori, ad oggi, non è possibile fornire alcuna risposta convincente ma, di certo, vi è che le segnalazioni che continuamente ci pervengono danno testimonianza di una realtà che va ben oltre gli episodi disvelati dalle recenti inchieste giudiziarie.

Le procedure negoziate continuano a rappresentare un’altissima percentuale degli appalti affidati e non è dato sapere come, da chi e secondo quali effettivi criteri vengono individuati i fortunati canditati da invitare e, soprattutto, quali siano gli effettivi meccanismi operativi utilizzati per la garantire la segretezza della relativa lista.

Ed i famosi accordi quadro, grazie alla distratta tolleranza della stessa ANAC, ormai sono diventati il nuovo sistema criminogeno per affidare e gestire centinaia di milioni di euro; il tutto grazie ad appalti viziati da un’assoluta indeterminatezza, a bandi illegittimi per contrarietà alle più elementari norme di selezione delle offerte, a verifiche della congruità delle offerte anomale arbitrarie (ed economicamente più vantaggiose solo, forse, per i membri della commissione di gara…) ed all’esecuzione di contratti applicativi fortemente influenzati dal grado di “simpatia” creatosi tra i soggetti preposti alla conduzione dell’appalto ed appaltatore.

Resta il fatto che questo (inutile) portale non è in grado di fornire dati sufficienti per il controllo da parte di quella “opinione pubblica” che, secondo quanto giustamente affermato dall’autorevole Presidente dell’ANAC, rappresenta l’unico e vero argine alla corruzione. 

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