ANAS. Corte dei conti condanna record per molti dirigenti in servizio. Cosa farà Simonini?

Brevi riflessioni a caldo in merito alla condanna multimilionaria inflitta a dirigenti dell’ANAS. Una vicenda che non quadra con gli esiti dell’inchiesta Dama Nera e che imporrebbe un’allargamento dell’indagine iniziale. Anche perché la promesse del Governo di “rivoltare ANAS come un calzino” e di investigare gli appalti della gestione di Ciucci, prima, e di Armani, poi, sono rimaste tali e nulla sembra essere cambiato. Anzi.    

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Di ieri la notizia, pubblicata dal quotidiano Il Messaggero, secondo cui la Corte dei Conti ha condannato molti dirigenti ANAS al risarcimento di VENTISEI MILIONI DI EURO per l’indebito riconoscimento del cosiddetto “premio di accelerazione” in favore dell’appaltatore dei Lavori di adeguamento del 3° Macrolotto della nuova autostrada A3 Salerno-Reggio Calabria, in provincia di Cosenza.

Una vicenda – già denunciata (nel lontano 2013) da “Il Fatto quotidiano” (segui il link) – sulla quale desideriamo condividere una serie di quesiti e di riflessioni per una lettura in controluce della Sentenza n. 67/2020 (che è possibile scaricare integralmente qui):

la sentenza non è definitiva. Per questo motivo AppaltiLeaks, da sempre garantista, ritiene che si debba attendere l’esito del processo prima di esprimere un giudizio compiuto su quella che verrà cristallizzata come la (sola) ‘verità giudiziaria’ per uno dei tantissimi casi di spreco di denaro pubblico; 

la ‘verità giudiziaria’ riguarda, comunque, la sola responsabilità contabile dei soggetti coinvolti e non anche altre sfaccettature delle condotte da loro assunte (o meno);

l’appaltatore è il ATI UNITER CONSORZIO STABILE – COMETAL Spa e quindi, in prima fila, ritroviamo l‘ex colosso delle costruzioni TECNIS Spa travolto dell’inchiesta giudiziaria della cosiddetta DAMA NERA (e, oggi, imputato nel relativo processo per il quale ANAS Spa si è costituita parte civile). La Corte dei conti si è, quindi, occupata di un caso specifico in cui il beneficiario, sostanziale, delle somme indebitamente erogate è, però, proprio una di quelle imprese che – secondo la Procura di Roma – aveva stabilito un solido rapporto la «cellula criminale» che agiva all’interno dell’ANAS ed al cui vertice sarebbe stata eletta la ‘zarina’ Accroglianò;

i soggetti condannati al risarcimento sono, però, i seguenti:

– come si evince dalla tabella sopra riportata, la Dama Nera è stata, almeno fino ad ora, condannata al risarcimento più rilevante ed è l’unica ad essere stata coinvolta dall’inchiesta per le fattispecie di reato che la legano al al beneficiario della somme indebitamente erogate all’appaltatore;

A questo punto, sorgono inevitabilmente alcuni punti di domanda:

1) come è possibile che in questo specifico caso, nonostante le confessioni e le risultanze investigative, la Dama Nera venga ritenuta responsabile del maggior danno se non ha potuto agire con l’aiuto dei suoi pochi presunti sodali all’epoca indagati ed oggi imputati?

2) come è riuscita una modesta dirigente di secondo livello (priva, a quanto dicono, di uno straccio di laurea e di un’adeguata competenza amministrativa) a confondere l’Amministratore Unico (dott. Ciucci), il Direttore dell’Autostrada SA-RC (ing. Tonti), il Direttore Centrale Nuove Costruzioni (ing. Bajo), il Condirettore Generale Tecnico (ing. Coratza), il RUP (ing. Meli) e, finanche, il Direttore Gare e Contratti (avv. Tornusciolo) fino al punto da convincerli della giustezza delle motivazioni del riconoscimento di un ‘premio di accelerazione’ non previsto in sede di gara (“non tenendo in alcuna considerazione, né sollevando nelle rispettive sedi dubbi o perplessità alcuna, sulla circostanza che l’incentivo non era previsto espressamente da alcuna norma di legge e non era entrato neanche a far parte del contenuto contrattuale della procedura di appalto“)?

3) come è stato mai possibile che la grave colpa attribuita alle mere attività istruttorie svolte da una signora che nulla, a quanto pare, ha mai saputo di diritto abbiano potuto pesare più di tutte le valutazioni e gli atti approvati e sottoscritti dalle punte di diamante dell’organizzazione tecnica e legale di ANAS?

4) perché, a quanto pare, nessuno dei top-manager sopra indicati ha avvertito la necessità di richiedere un parere alla Direzione Legale di ANAS Spa (o più opportunamente all’Avvocatura dello Stato) per sincerarsi che quanto andavano disponendo poteva considerarsi legittimo ed improntato al massimo rispetto dei principi di legalità, trasparenza e buon andamento della Pubblica Amministrazione? E si vi hanno provveduto cosa dice questo parere? 

5) mica sono state accolte anche delle riserve all’appaltatore, vero..? E in caso contrario, qual è l’ammontare delle somme erogate a tale titolo all’appaltatore? Per quale motivo? Chi ha fatto parte della commissione per l’accordo bonario? Chi sono i vari responsabili di questo ulteriore danno erariale (tanto più probabile se rapportato al fatto che la progettazione esecutiva è stata elaborata dallo stesso appaltatore)? L’attuale responsabile della Direzione Legale ANAS sentirà il dovere di verificare e segnalare alla Corte dei conti ed alla Guardia di Finanza – Nucleo Speciale Anticorruzione quanto accertato affinché sia consentito far luce su altro e diverso aspetto di questa intricata vicenda? Sarà rispettata la Circolare n. 74 del 21 aprile 2008 affinché sia applicata, nel concreto, la Nota interpretativa in materia di denunce di danno erariale emanata dal Procuratore Generale presso la Corte dei Conti (scarica qui il documento integrale)?

6) tenuto conto che i lavori sono stati collaudati nel 2016 ed il procedimento dinanzi alla Corte dei conti si è incardinato nel 2018, quali provvedimenti ha assunto al riguardo il successore di CIUCCI, Gianni Vittorio ARMANI? Considerando che lo scandalo Dama Nera deflagrò quando il Sig. ARMANI si era già insediato, quali contromisure contrattuali, disciplinari ed organizzative ha adottato, quest’ultimo, al riguardo? Passò al setaccio tutti gli atti e i procedimenti oggetto di indagine che vedevano coinvolta la (micro) “cellula criminale operante all’interno dell’ANAS” e quante scimmiette vi erano che non avevano visto, sentito o parlato fino a quel momento? 

7) la Corte dei Conti, la Guardia di Finanza e la Procura della Repubblica avranno il tempo e l’occasione di approfondire cosa è accaduto negli altri Macrolotti della Salerno – Reggio Calabria al fine di escludere che siano state corrisposte ai relativi appaltatori somme a questi non dovute (ad esempio per riserve contabili, perizie di variante e/o spese di progettazione…)? L’attuale Direzione Legale di ANAS come si sta comportando in merito?

8) e infine – considerando che molti dei soggetti coinvolti sono ancora in servizio e che ricoprono ruoli importantissimi (vedi figure) per il raggiungimento dei fini istituzionali di ANAS Spa e la tutela degli interessi pubblici perseguiti dalla più grande stazione appaltante italiana – l’attuale Amministratore Delegato intenderà assumere qualche provvedimento disciplinare e/o organizzativo? E, in caso affermativo, quali? O si farà spallucce difronte alle pesantissime affermazioni usate dai giudici contabili del tipo “intensa negligenza“, “sprezzante trascuratezza dei propri doveri“, “atteggiamento di grave disinteresse nell’espletamento delle proprie funzioni“, “macroscopica violazione delle norme“, “comportamento che denota dispregio delle comuni regole di prudenza“?

   

(continua)

AppaltiLeaks® – Riproduzione riservata – 14 febbraio 2020

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