Il Consorzio cilentano corre ai ripari, ma la toppa è peggio del buco. E i rischi permangono.

 

Dopo il nostro articolo del 28 marzo (vedi Gare, dopo l’inutile Circolare del Mit arriva il pericoloso “sopralluogo virtuale” del consorzio cilentano.) il Consorzio di Bonifica “VELIA” di Prignano Cilento ‘corre ai ripari’ e modifica le disposizioni organizzative per effettuare il “sopralluogo obbligatorio” richiesto dal Bando per l’affidamento dei lavori di “Ristrutturazione, ammodernamento e completamento dei nuovi comprensori irrigui nel Bacino dell’Alento” che al punto 9.1 del disciplinare di gara prevede quanto segue: “il concorrente è obbligato a pena espressa di esclusione ad effettuare il sopralluogo presso il luogo di esecuzione dei lavori; per prendere appuntamento per il sopralluogo e quant’altro necessario contattare il Geom. Natale Bertolini in qualità di ispettore di cantiere telefono n. +39 347 9644 216 nei giorni di lunedì-venerdì dalle ore 9:00 alle ore 14:00. Il sopralluogo potrà essere effettuato non oltre il giorno 02/04/2020”.

Nella prima versione delle “Disposizioni organizzative” (versione iniziale) occorreva prendere un appuntamento telefonico con il “personale consortile all’uopo incaricato“, concordare con quest’ultimo quando fare il sopralluogo ed attraversare tutta l’Italia per effettuarlo in barba alle limitazioni imposte dal Governo nazionale e regionale (non prima, ovviamente, di essersi premuniti di non meglio specificati “idonei dispositivi sanitari“).

La nuova versione messa a punto dal think tank cilentano (che a noi pare ancor più cervellotica ed inutile) consiste, invece, nel collegarsi via Skype con l’ispettore di cantiere (e non, invece, con il RUP al quale si potrebbe più utilmente rivolgere qualche domanda sulle eventuali carenze progettuali …), farsi riconoscere con tanto di documento di identità, vedere insieme un filmino (come si faceva un tempo al rientro dalle vacanze in famiglia) e, poi, attendere che arrivi, via pec, l’attestato di presa visione.

A questo punto – pur non volendo infierire su chi, ne siamo convinti, sta agendo in assoluta buona fede e nel massimo rispetto dei principi di legalità e trasparenza – non possiamo essere ancora più chiari della volta precedente: l’onere procedurale del sopralluogo obbligatorio nei lavori pubblici è una demenziale inutilità che non serve a nessuno, aggrava di lavoro le parti, scoraggia la partecipazione, limita la concorrenza e, salvo casi particolari che ne comprovino davvero la necessità tecnica, è pure sostanzialmente illegittimo (vedi Comunicato del Presidente ANAC del 18 luglio 2018) dopo l’abrogazione dell’art.106, comma 2, del Dpr 207/2010.

Se poi il “sopralluogo” viene svilito nel senso di guardare un filmato (che ben avrebbe potuto essere aggiunto agli atti di gara sin dall’inizio) senza che si possa indagare approfonditamente le condizioni al contorno, la natura del terreno, l’esistenza di impedimenti ed interferenze e/o procedere a misurazioni, saggi e analisi di qualsiasi tipo, l’errore diventa diabolico.

E, quindi, non possono non essere rivolte al RUP, che era e resta il vero responsabile di questa commedia all’italiana, alcune domande:

  • cosa c’è di veramente innovativo in questa “procedura di sopralluogo mediante modalità alternativa a distanza” se non il fatto che un vero sopralluogo non viene affatto svolto (il suo unico significato è, infatti,  quello di effettuare un’ispezione compiuta da tecnici, periti e simili direttamente nel luogo dove si trova qualcosa di cui occorre rilevare le condizioni o l’andamento)?
  • come verranno rimborsati i costi sostenuti dalle imprese che sono state costrette, fino all’emanazione delle nuove disposizioni organizzative, a recarsi fin nello splendido Cilento per ottenere l’agognato attestato di presa visione?
  • chi sarà responsabile degli eventuali contagi causati dai sopralluoghi sin qui effettuati?
  • chi e come può garantire, oltre ogni ragionevole dubbio, che l’obbligatorietà del sopralluogo non inciderà sulla minore partecipazione dei potenziali concorrenti e che, quindi, continuerà a provocare un ingiustificata restrizione della concorrenza?
  • chi e come può garantire che la lista dei soggetti che hanno effettuato il sopralluogo non verrà, anche involontariamente, a conoscenza di uno o più concorrenti e che tale circostanza impedisca ogni eventuale accordo distorsivo ed illecito?
  • e, da ultimo, perché continuare a perseverare – tanto più in piena emergenza sanitaria, economica e sociale – in questo pericolosissimo ed inutile bizantinismo rischiando che nessun beneficio procurerà agli interessi pubblici, invece di stralciarlo definitivamente e differire a lungo termine i termi di scadenza delle offerte?

In attesa delle risposte, se qualcuno volesse mettersi avanti con il lavoro può mettersi avanti con il lavoro guardando il filmino, insieme ai propri cari, a questo indirizzo

http://195.60.191.211:8888/Sopralluogo_Gara1611/

       

AppaltiLeaks® – Riproduzione riservata – 31 marzo 2020

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